Alcuni dicono che il tempo sana tutte le ferite. Io non sono d’accordo. Le ferite rimangono. Col tempo, la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza, e il dolore diminuisce, ma non se ne vanno mai.
Dal 22.05.2016 al 27.05.2016
Sms di Enid a Bastian
Ciao Bastian. Sono Enid. Ho il tuo numero, perché abbiamo i recapiti di tutti gli alleati in caso di emergenza. Siamo tornati a casa. So che non l'hai domandato. Mi spiace sinceramente per come si è inasprita una situazione assurda. Ho sussultato perché Wilfred era delirante dal mattino, ho pianto perché i Fantasmi mi hanno fatto un regalo importante. Non dire che non te ne frega nulla.
Non sono Wilfred e non parlo a suo nome, parlo per me: io non ti ho in antipatia, non ti odio, non mi fai paura. Io speravo seriamente di avvicinarmi a te, mesi fa e non ho mai accantonato l'idea, perché ero sicura di potercela fare, mi riferisco a me.
Wilfred è stato molto duro, ha sbagliato ad agire con te e lo posso comprendere da sola, anche se credimi, lo amo moltissimo. Ti ha aggredito, senza alcun motivo ma non posso scusarmi per lui, so che comprenderà che non sei stato tu a farmi del male, allora, si calmerà.
Non so come tu possa vedermi, ora. Io sono amica di Samuel, gli voglio bene e mi manca. Sto bene con John, però Samuel mi raccontava tante cose sul passato, mi aveva detto che avrei imparato a lavorare il legno da lui, perché gli avevo parlato di una cosa. Io posso parlare tanto ma non di cose mie.
Non so manco se leggi, se risponderai duramente (probabile), sbarrando la porta del tutto o meno. Io non so, non posso e non voglio immaginare cosa ti abbiano fatto, ma quando Wilfred parla di me, si riferisce a qualche anno fa, ad una specie di rituale d'iniziazione in una Confraternita femminile, in cui arrivai ignara con la complicità di un ragazzo. È rimasta solo una cicatrice da ustione sulla schiena, alla fine, dicono non sia orribile. Non hanno provato a uccidermi, non mi ha violentata un cavallo. Saranno solo scherzi di pessimo gusto, piccole ingiustizie, non lo so. Io so che mi hanno fatto male e sì, da quel momento ho sempre paura, sempre e ovunque mi trovi. Marlene può confermarlo.
È una questione mia. Non c'entri. Non c'entra Wilfred e nessuno. È una cosa mia.
Lo scrivo, perché tanto a parole non saprei dirlo e forse non stai leggendo e non cerco la pena, non cerco la mano tesa perché ho avuto sfortuna. È solo perché che in qualche maniera, Wilfred voleva dirti che era spiaciuta fossi stata rifiutata, una volta tanto che facevo un passo avanti io e che se è così protettivo, è perché non ci è riuscito in quel momento.
Ora, non cambia nulla. La porta è chiusa, non so se ci disprezzi o meno, so che non lo meritiamo, come non meriti disprezzo tu. Cerchiamo tutti di fare la cosa giusta.
Wilfred si infiamma, poi si placa. Non pensare che sia vendicativo, anche perché avrebbe agito prima.
Io sono spiaciuta, tanto che scrivo nel buio. Non doveva andare così. E ho paura che non capirai e così lo scrivo chiaro: scrivo solo per scusami, sinceramente per ogni cosa sbagliata e per dirti che ti stimo, perché hai una lotta senza tregua, perché io lascio uno spiraglio aperto e forse un giorno, la rabbia passerà e potrò conoscerti.
È tutto qui. È troppo o troppo poco. Non mi illudo abbia qualche effetto.
Enid.
Messaggio vocale di WhatsApp da Bastian a Enid
«Non sei la sola a dispiacersi di questa situazione Enid, perché, da qualsiasi parte io la guardi, non riesco a capire come siamo arrivati a questo punto. So di avere un brutto modo di pormi verso il prossimo, e con te, ho sbagliato. Avrei dovuto spiegare in maniera gentile, avrei dovuto dirti che sì, mi chiamo davvero Sebastian, ma che non amo il mio nome, invece di chiudermi a riccio. Ho sbagliato, e all’epoca non ero completamente conscio della mia natura. Non sapevo che un mio semplice sguardo innervosito può sembrare quello di un predatore che ha puntato una preda, me l’hanno fatto notare dopo che sono stato uno sciocco, e mi sono sentito un vero stronzo. Non è la prima volta, purtroppo, che mi accade. Se conosci Vanessa Barrows, ti dirà che, una volta, ho minacciato di spezzarle il collo tanto ero agitato e avevo paura che si facesse ammazzare. Un controsenso bello e buono, vero?» ride sommessamente. «Ora che mi hai raccontato la ragione della tua ritrosia, capisco la motivazione di Wilfred. Per troppo amore si sbaglia e lui, nella foga di proteggerti, è uscito fuori dal seminato. Ho amato anche io qualcuno così tanto da volerlo preservare dai mali del mondo e, mettendomi nei suoi panni, forse anche io avrei reagito allo stesso modo. Quello che non accetto però è che, da un mio semplice sguardo, abbia tirato fuori un analisi sulla mia persona. Che abbia deciso che sono cattivo e che mi piace così. Se mi avesse dato un pugno, se mi avesse insultato dandomi dello stronzo, non sarei andato così in difensiva. Mi ha parlato come se mi conoscesse, come se fosse certo che sono un bastardo, e mi ha fatto male.» Tace per qualche istante, prende un bel respiro. «E anche se posso sembrarlo, non sono fatto di ghiaccio. Sono una persona anche io, non sono un mostro. Sono un uomo, non un animale che può essere tranquillamente abbattuto se non si fa addomesticare facilmente. Se lui vuole pensarla così, va bene, non si può piacere a tutti, ma sappia che è solo una sua idea, che non rispecchia la verità e che non può sbandierarla come verità assoluta su Sebastian McCoy.
Io sono solo una persona che cerca di essere sé stessa, nonostante ci sia una parte di lei che , ogni giorno, la spinge alla violenza e al sangue. Io sono io, nonostante tutto e se io non lo conosco, lui non conosce me, non conosce il mio vissuto, e non ha diritto di parlarmi così, o di minacciarmi di mandarmi Raissa a casa, solo perché ormai è convinto che io sia un mostro tenuto ad un guinzaglio troppo sottile.
Non me lo merito.
Non ho nulla contro di te, non avrei davvero motivi per odiarti. Ero arrabbiato, anzi, furibondo, stanotte ci sarà luna piena, e se di solito sono nervoso al dieci percento, quando siamo vicini alla luna piena, il mio quoziente di suscettibilità sale al novanta per cento. Ero spaventato, per un secondo ho desiderato azzannare Wilfred, e quando mi succede, quando sento il mostro parlare, vado in panico e cerco di mettere spazio fra me e la persona che mi ha scatenato l’istinto predatorio. Mi dispiace di averti trattato male di rimbalzo, dico sul serio. Alla fine, tu non c’entravi nulla.
Se vuoi posso insegnarti io a lavorare il legno, fu Samuel ad insegnarmi quell’anno che passai con lui, mi farebbe piacere avere compagnia in laboratorio, sono sempre solo visto che ad Adèle serve la luce per ricamare.
Provo a dormire, ne avrò bisogno, cerca di fare altrettanto.»
Sms di Enid a Bastian
Avrei voluto lasciare un messaggio vocale, ma c'erano rumori di fondo. Ho aspettato fosse passata la luna piena, ma pare che gli animi siano ancora un po' tesi, né è una colpa per la Suprema o per l'Arcano.
Ripeto: io non voglio, non posso esprimermi per Wilfred, non sono il suo scudo, non sono il suo avvocato della difesa, però lo conosco da anni e so che non è una cattiva persona, so che non è così facile ai pregiudizi. Wilfred è stato sgradevole, sono mesi che lo è per una sciocchezza, io non l'ho giustificato, inizia a rendersi conto di aver commesso un errore, sa perfettamente che quella sera si è fatto sommergere dalla debolezza emotiva, che manifesta spesso dopo questi episodi, era molto provato anche a livello fisico, non poteva riposare, cercava informazioni e in un groviglio di emozioni, ha reagito. Non sono qui a dargli una giustificazione, spiego ciò che è accaduto.
Ho notato da sola che Wilfred è cambiato, era un uomo mite, riflessivo, sino ad un anno fa. La verità è stata dura d'accettare, una valanga di rivelazioni su di un passato da costruire ex novo. Suo nonno, il suo eroe, il suo esempio, era stato ucciso per salvarlo, suo fratello era stato vessato e ucciso da Awentia, non aveva alcuna colpa, solo il potenziale per diventare uno Stregone importante a Londra. Adesso, lo intravede come Spettro accompagnare la madre, che sopravvive unicamente per lui.
In sé, ha cercato la forza di perdonare Awentia, come a mostrarle che la pietà esiste, lei l'ha umiliato. È stato sulla Jezabel, quando trasportava schiavi, ha dato aiuto a Nyarai, mentre era incatenata, ha ritrovato una donna avvelenata dall'odio.
La sua bontà non è svanita, però ha assunto una sfumatura più severa, meno propensa a concedere senza chiedere nulla, come la roccia erosa dall'acqua.
Non lo giustifica neppure questo, lo so. Lo amo da anni, quando ancora mi considerava una ragazzina fantasiosa, quando ancora non avevo chiaro cosa volesse dire amare, eppure lo amavo, ed anche io ero diversa.
Io so che sei una brava persona, perché non lo fossi avresti compiuto diverse azioni, non la scorsa sera ma assai prima, so che hai un forte controllo su te stesso e che non faresti del male a me, a Wilfred, a nessun Osservatore o alleato. So che ci proteggeresti, molto meglio di quanto abbia tentato di fare io, comunque, odio le armi e finora neanche Raissa è riuscita a mettermi in mano qualcosa di mortale per il prossimo.
Sì, abbiamo dei nemici. Sì, vanno annientati, ma l'arma più sicura, nella mano più giusta può sbagliare e troncare una vita innocente. Dovrò cedere, ne sono consapevole, finirò armata come una di 'Assassin's Creed', non lo nego ma non oggi.
Cerco di essere coerente, di non scendere a compromessi con facilità, scordando cosa mi motiva veramente a scegliere un comportamento, piuttosto che un altro.
Quanto ti conobbi, pensai a torto oppure a ragione, che forse la vita avesse attaccato anche te. Non saprei dir come, perché, quando e non ho certo la presunzione di valutare il vissuto altrui, né di paragonarlo al mio, avevo solo questa strana sensazione e l'ho avuta con Marlene, con Danica, non l'ho avuta con Nathaniel, sebbene siano tre amici per cui darei l'anima e la vita. Credetti che dirlo in maniera sincera fosse di qualche aiuto, credetti potesse produrre qualche effetto, sbagliai io.
Volevo scusarmi per essere stata invadente, non lo desideravo ma non importa. Da bambina, ho imparato i rudimenti dal nonno e sono trascorsi anni; sarei felice di averti come maestro. Fammi sapere quando e se puoi. Ho un progetto in mente, ma te ne parlerò in seguito, lo spiegai a Samuel, lui aveva detto che mi avrebbe insegnato, se non l'avessi chiesto a te. Alla fine, sono riuscita a chiederlo a te.
Messaggio vocale di WhatsApp da Bastian a Enid
La voce di Bastian risulta assonnata, di tanto in tanto, s’interrompe per sbadigliare.
«Dovresti dormire un po’ di più, sai Enid?» inizia in tono scherzoso. «Sono certo che tutto quello che Wilfred ha vissuto nell’ultimo anno avrebbe reso più aggressivo nei confronti della vita un uomo ben più mite di lui, e di certo, io sono l’ultima persona che può dare lezioni su come si affronta un dolore. Ognuno reagisce come può alla sofferenza, trova un modo per proteggersi, e va avanti; Wilfred ha scelto questo, e se sta bene a lui, né io, né tu, e nessun altro al mondo ha il diritto di sindacare la sua scelta.
Se fossi una persona un po’ più matura passerei oltre già da ora. Prenderei atto di ciò che mi hai detto, e archivierei quello che è accaduto in un angolo della mia memoria, e un giorno lo farò. Ora come ora, purtroppo, non riesco. Tutto quello che posso fare è comprendere le sue motivazioni e non giudicarlo per come mi ha fatto sentire. Non dirò, quindi, che è una persona cattiva. Non lo aggredirò se dovessi incontrarlo. Mi hai fatto comprendere le sue ragioni, ma io ho le mie, che sono valide quanto le sue. Posso solo tenere la porta socchiusa per il futuro, quando saremo entrambi pronti per venirci incontro in maniera più civile e onesta.
Ho avuto una bella vita, infondo, anche se è iniziata in maniera piuttosto traumatica. Mia madre è una di quelle donne inadatte al ruolo di moglie e madre eppure decise di mettere su famiglia. Ebbe una relazione extraconiugale, e da quella, temette di essere rimasta incinta. Era una donna instabile, così pensò di eliminare il problema, non abortendo, ma uccidendo Adèle quando aveva circa sette mesi. Non ti sto a raccontare tutte le dinamiche di quella notte, sappi solo che io ho passato sei ore steso nel mio sangue mentre mia madre sussurrava il mio nome e cercava di convincermi di uscire. È da quel giorno che, sentirmi chiamare Sebastian mi dà i brividi, ma mi sto abituando di nuovo. Sarà dura, ma alla fine, è il mio nome e non vedo perché dovrei perderlo per colpa sua.
Siamo entrambi piuttosto imbranati nell’ approcciarci al prossimo, ma non è così male, alla fine è un modo come un altro per fare una scrematura. Se una persona resta anche se si trova davanti un impedito, allora vale la pene frequentarla. «ride per un momento. «Io per lo meno la penso così. Facciamo una bella cosa, smettiamola di scusarci uno con l’altro e andiamo avanti? Iniziamo a sembrare ridicolo, a me dispiace, a te dispiace, prendiamone atto e andiamo avanti. Va bene, ti possono insegnare io a lavorare il legno, non c’è problema. Lo sai dov’è il mio negozio, ti basta entrare.
Ora vado, a presto.»
Se conoscessimo i segreti gli uni degli altri, che sollievo proveremmo!
Se conoscessimo i segreti gli uni degli altri, che sollievo proveremmo!